Quando si parla di tasso a regime si fa riferimento al tasso reale che viene applicato dalla banca nel corso di un mutuo. Per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, esso viene deciso prima nel momento in cui viene stipulato il mutuo, sulla base del tasso di riferimento Eurirs, cui si deve aggiungere anche lo spread: in questa situazione, la rata che viene stabilita è definitiva, e non cambierà per tutto il corso del mutuo. Nel caso di mutui a tasso variabile, invece, il tasso a regime varia, in quanto viene calcolato ogni volta a seconda dei criteri previsti nel contratto stesso.
Il contratto di mutuo, infatti, stabilisce in maniera precisa e non contestabile quali siano gli standard sulla base dei quali bisognerà indicizzare il tasso nel momento in cui giungerà a regime. Per i mutui a tasso variabile, il tasso a regime è dato dall’Euribor o dal tasso Bce, che sono i parametri di indicizzazione cui bisogna aggiungere lo spread deciso dall’istituto di credito.
Risulta essere importante sottolineare, però, che i clienti devono porre attenzione a promozioni e pubblicità varie. Spesso, infatti, quando una banca pubblicizza una propria offerta, parla del tasso di ingresso, e non del tasso a regime. Sostanzialmente e semplificando, il tasso di ingresso è un tasso che viene fatto pagare per un periodo iniziale limitato, che può andare dai sei mesi ai due anni, e che viene in seguito sostituito dal tasso a regime.
L’utilità del tasso di ingresso è quella di attirare nuovi clienti, spinti dal fatto che ovviamente il tasso di ingresso è più basso di quello a regime, proprio perché deve risultare conveniente in modo da convincere i cittadini. Ribadiamo, dunque, la necessità di avere sempre presente e ben chiara questa distinzione, per evitare cattive sorprese. Insomma, se in una pubblicità troviamo tassi altamente improbabili dell’1 % possiamo essere sicuri che non si tratta di tassi a regime. In sostanza, il tasso a regime consiste nel tasso vero, che viene utilizzato per la maggior parte del mutuo. Come già accennato, in presenza di mutui a tasso variabile esso si compone della somma tra Euribor e spread annuo. Quando si parla di Euribor si fa riferimento al tasso cui le banche pagano il denaro in un dato momento. Lo spread, invece, costituisce la percentuale che ogni singolo istituto di credito decide di aggiungere in qualità di guadagno. In pratica, la banca compra il denaro a una determinata cifra, dopodiché lo rivenda al cliente che accende il mutuo a una cifra maggiorata: si tratta di un’operazione che da una parte le consente di ottenere un guadagno, e dall’altra di mettersi al riparo da possibili rischi e pericoli derivati dall’insolvenza del cliente stesso.
Nell’ambito del tasso a regime, l’Euribor rappresenta una componente variabile del tasso, e deve essere rilevato costantemente a ogni revisione. Viceversa, lo spread rimane invariato lungo tutto il corso del mutuo. Concludendo, riassumiamo: il tasso a regime rappresenta il tasso di interesse reale che si applica nella restituzione di un prestito, e deve essere distinto dal tasso di ingresso, che viene applicato solo in un periodo iniziale.