Il colloquio di selezione al lavoro, è un passo delicato ed importantissimo per chi cerca lavoro. Gli errori più comuni e le “dritte” per sostenerlo al meglio.
Una volta bussato alla porta del selezionatore, veloce stretta di mano vi sedete e evitate assolutamente di diventare un unico con la sedia/poltrona. Ho visto persone completamente incollate alla sedia come in preda all’azione violenta di una supercalamita che non gli permetteva il minimo movimento. La sedia serve per contenervi comodamente e per permettervi un colloquio frontale e visivo con il selezionatore. Di contro: non vi sedete come se foste al bar della spiaggia ove villeggiate in estate. Una buona via di mezzo fra una seduta sicura ed elegante ed una di fantozziana memoria, saranno un altro segnale che il selezionatore terrà in considerazione per tutto il tempo del colloquio.
Il colloquio inizia.
Il buon selezionatore a questo punto, dovrebbe aver letto bene il vostro curriculum e quindi avere almeno qualche nozione sul vostro conto. Cercate di attendere le domande, ma anche di farne. Una via di mezzo che porti ad un buon dialogo fra persone adulte. NO assoluto ai silenzi pensierosi prima di rispondere. Si parla di voi. NON potete non ricordare qualcosa! Il dialogo deve essere quanto più fluido possibile. Chiedete. Qualsiasi cosa sia attinente alla posizione per cui vi proponete: da un’idea di curiosità proattiva ed interesse nei confronti del lavoro stesso.
Un selezionatore, di norma, vuole sentirsi fare domande, abituato ai lunghi silenzi di troppi candidati ammutoliti. Ripeto: il selezionatore è un essere umano, un lavoratore, una persona con orari e vita privata. Come voi. Va rispettato – come andate rispettati voi – ma non temuto. Cercate inoltre di prendere preventivamente maggiori informazioni possibili sull’impresa e sul ruolo che vi si offre: arrivare con queste informazioni vi farà conquistare parecchi punti a favore durante la selezione. Può essere utile vedere questa lista di domande da fare al colloquio sul sito Colloquiodilavoro.net. Molte persone, si presentano e quasi non ricordano quando e perché hanno inviato la propria candidatura: se voi foste il selezionatore, vi farebbe una buona impressione? No. Nemmeno al selezionatore, che non vi darà peraltro troppi elementi per comprendere che qualcosa nel vostro modo di presentarvi non funziona. Quindi, siate voi i primi selezionatori di voi stessi: siate empatici. Ponetevi come vorreste che qualcuno si ponesse a voi: siete persone in gamba, preparate, motivate e… fortemente interessate a quel lavoro specifico, non ad uno qualsiasi. Questo fa la differenza, nove volte su dieci.
Ricordate inoltre che un selezionatore, oltre ad aver letto bene il vostro curriculum, avrà immagazzinato una serie di elementi su di voi, come descrivevo all’inizio, che trascendono l’abbigliamento, il modo di parlare e le informazioni contenute nel curriculum. Sono elementi che vanno dalla gestualità all’espressione del viso al tono della voce.