La crisi sembra una mareggiata incontrollabile che tutto travolge e tutto stravolge?
In seguito alla continua stasi economica del Bel Paese, in seguito al crollo del merito di credito stabilito da Standard and Poor’s che ha provocato il declassamento di sette banche, in seguito al continuo assottigliarsi del potere d’acquisto delle famiglie, sembra configurarsi come necessaria l’esigenza di offrire ai privati un salvagente che li conduca alla salvezza finanziaria.
Tra le tante ancore a cui aggrapparsi che il mondo del credito presenta, appare importante il prestito d’onore, facoltà introdotta con decreto legislativo n 185 del 1985, il cui scopo è tanto semplice quanto importante: dare a coloro i quali vorrebbero poter fruire di un capitale da investire nella nascita di una qualche impresa, un prestito agevolato concesso da diversi organi istituzionali, dagli Enti pubblici locali a quelli statali fino a giungere a quelli dell’Unione Europea.
Naturalmente però per poter richiedere questo tipo di prestito è necessario possedere determinati requisiti: essere in uno stato accertato di disoccupazione o inoccupazione continuativa nei sei mesi precedenti alla richiesta, avere una fascia di età preferibilmente compresa tra i 18 e i 35 anni dato che si tende a privilegiare i progetti di giovani menti ambizione e risiedere in zone d’Italia particolarmente svantaggiate economicamente.
Come le regioni che accolgono i bandi di gara dell’Unione Europea:
Campania; Puglia; Calabria; Emilia Romagna; Abruzzo; Molise; Lazio; Marche; Sardegna; Toscana; Val D’aosta; alcune località del Veneto; Umbria.
In queste regioni per accedere al prestito d’onore occorre partecipare ad una gara presentando un business plan almeno quinquennale, gara che in caso di vittoria garantirebbe il finanziamento di, al massimo, l’80% del costo dell’attività.