La lavatrice, dopo frigorifero e televisore, è l’elettrodomestico più diffuso nelle case italiane. Se dovete sostituire la vostra lavatrice prestate particolare attenzione al risparmio energetico perché la scelta incide molto sul risparmio a fine mese. Oltre a preferire le lavatrici di più recente produzione, che assicurano consumi di acqua e detersivo contenuti, bisogna verificare la presenza del marchio obbligatorio Ce (a garanzia della conformità alla legislazione europea vigente) e di eventuali altri marchi apposti da istituti riconosciuto – come Imq – che assicurano il rispetto delle norme in materia di sicurezza.
Le lavatrici di ultima generazione sono dotate di sensori in grado di leggere il peso del carico e stabilire di conseguenza il ciclo più adatto, la temperatura del lavaggio, la durata e la potenza della centrifuga. In aiuto vengono i display digitali, che permettono di dialogare con l’elettrodomestico e visualizzare il programma consigliato a seconda del tipo di tessuto, la velocità della centrifuga, il tempo residuo.
I consumi elettrici sono dovuti al riscaldamento dell’acqua per il lavaggio e, in piccola percentuale, all’azionamento del motore. Per tenerli sotto controllo viene in aiuto l’etichetta energetica. Nella vecchia etichetta i produttore avevano a disposizione A, dove la prima indicava l’energia consumata per ogni kg di bucato, la seconda si riferiva all’efficienza di lavaggio e la terza all’efficienza della centrifuga. Nella nuova etichetta la prima classe può arrivare fino a A+++, indicando un apparecchio che consuma meno della metà, nell’anno di riferimento, per lavare la stessa quantità di bucato. La seconda A continua ad indicare l’efficienza di centrifugazione e si ferma ad A perché non è possibile andare oltre. Non viene più indicata invece l’efficienza di lavaggio, perché tutte le macchine devono essere in classe A.
Il consumo globale annuo viene calcolato su 220 cicli di lavaggio standard per il cotone a 60 gradi e 40 gradi, a pieno carico o parziale.